venerdì 9 dicembre 2011

un appunto non scritto, a suo tempo, a Giorgio Bernardi Perini

Mi rincresce che l’emerito latinista Giorgio Bernardi Perini, tenendo la sua ammirevole difesa della universalità di Virgilio e di Teofilo Folengo, nella sua prima parte apparsa su la Voce di Mantova di domenica 23 ottobre 2011, sia incorso nella opposizione tra ciò che è universale e ciò che è dialettale quali due polarità antitetiche, quando asserisce “ Non immiseriamo Folengo! Retrocederlo a Merlin Cocai, a poeta dialettale, è uno sgorbio culturale”. Quasi che il dialetto non potesse essere una lingua d’arte universale, e la nobilitazione del maccheronico fosse uno svilimento del latino, e non già, casomai, di sue ricorrenze auliche paludate di falso. decoro
Scrivere in latino maccheronico a regola d’arte e pensare in dialetto mantovano non si escludono a vicenda, e supporlo significa disconoscere forse la peculiarità più esemplare della cortese gente mantovana, che è appunto, il senso della concretezza particolare, imperfettamente limitata, di ogni universalità generale, mediterraneo figurativa o nordico- speculativa, ne la declinazione umbratile e acquatica della variante lombarda e padana dell’arte e della cultura italiana, in cui ha intrigato gli stessi i geni forestieri accorsi alle sue corti, secondo la lezione interpretativa magistrale di Roberto Longhi, che matura nella sensibilità della densità terrestre di ogni destino, nell’avvertenza disincantata e scettica dei fasti e dei trionfi di ogni signore del mondo, e che trova espressione umorale nelle nostalgiche reminiscenze brumose e lacustri dello stesso Virgilio,* .
La polarizzazione disgiuntiva di dialettale e universale, è infine un’opposizione esclusiva che resta subalterna della mantoanità più deteriore e retriva, quella leghistica che commuta lo spaesamento del sublime virgiliano in tradimento delle proprie radici, anziche intenderlo come una loro trasmigrazione più alta, il comico folenghiano nella buffoneria stravagante e quant’altro, il che suscita la ripulsa condivisibilissima del Bernardi Perini, ma che disconosce che il dialettale non è la veste da camera che può rivestire solo tali spoglie mentali, che immeschiniscono la concretezza particolare in chiuso particolarismo localistico