domenica 18 ottobre 2015

Pietà ora per Gheddafi ( ottobre 2011)

  Al Comitato di redazione della Gazzetta di Mantova


 Si trasmette, con preghiera di pubblicazione

Pietà ora per Gheddafi

Che immensa sofferenza deve avere inflitto Gheddafi al popolo libico,  che liberazione  si è creduto che abbia significato la sua fine, se  nessuna  forma di pietà ha inibito il giubilo  del  suo  popolo festante, alla diffusione senza ritegno delle scene della sua fine tremenda, in  cui non più dittatore sanguinario ma inerme vittima sanguinante, appare suppliziato, oltraggiato,  messo a morte ed esposto al ludibrio esultante degli insorti gioiosi assiepatigli intorno, animati dalla stessa ferocia già da lui riservata alle sue vittime. “ Wow”,  se ne  è compiaciuta  Hilary Clinton. E  mentre le segreterie europee d’oltralpe hanno accolto in  silenzio l’esecuzione orrenda, propiziata dai bombardamenti delle loro aviazioni,  in cui è finito massacrato lo  stesso Rais che  avevano accolto con tutti gli onori  solo un anno prima di muovergli guerra, il nostro premier non ha mancato l’occasione per essere e dire l’opposto di quello che avrebbe dovuto  essere e dire nei riguardi di Gheddafi:  come  è accaduto non più tardi  dell’altra estate , quando si è prosternato nel baciamano di chi  era sceso in Italia  per insultare una seconda volta al suo cospetto le nostre istituzioni e tradizioni, o allorché  ha manifestato pietà per il Rais nelle circostanze in  cui  avrebbe dovuto esprimere sdegno per la sua volontà di infuriare sulla ribelle Bengasi, ora  in  luogo della pietà riservando il proprio cinismo alla fine miserabile e atroce di chi aveva folleggiato d’essere il re dei re  d’Africa e l’aveva reputato suo amico,   un assassinio che ha liquidato con  il gelido ricorso alla stessa formula liturgica, “ sic transit gloria mundi”, che celebra in latino le incoronazioni dei pontefici. Superato in questo solo dai suoi accoliti di governo. Certo, così passa la gloria del mondo,  basta  soltanto, dopo che si è atteso la scomparsa del  messaggio promozionale, per assistere all’ulteriore ripresa del massacro del Rais, voltar pagina, aprire un nuovo capitolo di storia,  come richiede l’assuefazione alla realpolitik  planetaria.

Odorico Bergamaschi insegnante
Piazza d’Arco 6f
0376 360396


Ai tempi del governo Monti ( dicembre 2r011)

“Shocking times “, “Tempi scioccanti,…”, “ sto dimenticando canto dopo canto, e la mia voce i lupi l’hanno strozzata”, “…Vox quoque Moerin/ iam fugit ipsa: lupi Moerin videre priores”. Cito Virgilio ( Egloga nona), e Seamus Heaney, il grande poeta irlandese nostro concittadino onorario, suo traduttore, perchè veramente ho perso la mia voce a causa dei lupi della crisi che ci stanno divorando od al cui agguato stiamo sfuggendo. E in Dio il mio respiro cerca l' inalatore. di vita. Lo stesso Dio che dovrei amare ugualmente, se …
Ma  una cosa tento di dire comunque, che è il solo contributo non  lacrimevole che so dare alla sofferenza di chi socialmente si sta massacrando per evitare la catastrofe:
Non dimentichiamoci perchè si è arrivati alla manovra economica sanguinaria del governo Monti, le ragioni per le quali questo esecutivo non può evitarcela, non dimentichiamoci che chi ora  specula su di essa politicamente è chi a suo tempo a Romano Prodi, dentro la sua maggioranza, ha impedito la sua opera di governo risanatrice, oppure è chi, innominabile, e nefasto, gli è subentrato al vertice facendo precipitare le cose a tal punto, e se questo governo non modifica la realtà devastante dei suoi provvedimenti, consideriamo quanto ciò dipenda dalla sua eventuale pochezza, e quanto dipenda invece  dalla volontà di certe  forze politiche di cui  gli serve il voto, altrimenti ...  
(Post scriptum: Ci si ricordi che quei predatori di lacrime e sangue che sarebbero stati a loro tempo Vincenzo Visco,  Cesare Damiano  ed il compianto Padoa Schioppa, avevano  modulato  in termini più graduali le quote pensionistiche che sono state abolite di schianto, tolto l’Ici  sulla prima casa che ora  grava appesantita su tutte,  varato la tracciabilità dei pagamenti che si è dovuta reintrodurre, sia pure alla soglia indecorosamente sopraelevata di mille euro,  ricavato un tesoretto dalle misure anti-evasione che furono subito cancellate da chi è sopraggiunto, dilapidando l’avanzo di bilancio di 60 miliardi  che ci avevano garantito …).
Odorico Bergamaschi
Insegnante
Mantova piazza d’Arco 6
0376 360396

 

Infelicissimi i tempi ( apparso sulla Gazzetta di Mantova del 2* agosto 2013 )

Infelicissimi i tempi di miseria dello spirito, più ancora che delle proprie tasche, in cui non resta da scegliere che tra un grande comunicatore e l’altro, detto altrimenti, per venire al sodo, tra un Berlusconi, un Grillo, od un Matteo Renzi, perchè solo al loro amo abbocca l’elettore liquido e smagato. Chi poi sia in effetti un grande comunicatore, lo rivela benissimo il filosofo drammaturgo cattolico Fabrice Hadjadj: “ E se comunichi in maniera da ottenere un risultato automatico ( la folla si precipita in delirio verso il tuo negozio), allora sei un grande comunicatore, perchè sei riuscito ad abbassare l’uomo a livello della bestia”.
Onore dunque al merito di quegli affabulatori scarsi, perché inceppati dalla loro nobiltà, che sono Romano Prodi e Pier Luigi Bersani, onore dunque al merito dei democratici come il nostro Dimitri Melli, quando nell’assoluto disincanto, e in ragione di ciò che con torsione del proprio orgoglio costa loro dolorosamente riconoscere, accettano l’obbrobrio minore per evitare le calamità più nefaste, ed investono come candidato alla premiership un Matteo Renzi, pur sapendo quale ne sia la profondità o lo spessore, perchè non può candidarsi alla segreteria di un partito democratico e rivelare anticipatamente la sua vera idea d’Italia. Ed allo stesso tempo, ripulsa e sgomento, per chi, come Fabrizio Sgarbossa, segretario di circolo del Pd di Castelbelforte, nella sua accoglienza tronfia e mortificante della dichiarazione di adesione alla leadership di Renzi del sindaco di Pegognaga, in cui si è profuso sulla Gazzetta di Mantova di Venerdì 23 agosto, rivela quale boria vuota, spietata e accecata, possa significare nel suo caso l’essere renziani.
Come per tutti gli avanguardisti, per costui solo quelli della prima ora sono credibili e degni di stima, e solo l’opportunismo può avere motivato gli altri sovraggiunti, se solo in un secondo tempo si sono arresi alle ragioni irresistibili del capo, folgorati sulla via di Firenze dal Gesù di Rignano d’Arno...E buon pro per loro, che comunque finalmente abbiano capito, che possano essere accomodati anch’essi nel comitato elettorale, perché per gli altri, regalando un bel sorriso...
Peccato che quando poi, per incrementare gli adepti, Sgarbossa cerca di dare voce al suo credo nel verbo di Renzi, di dirci a più riprese il perché di tanto suo entusiasmo in colui riposto, di comunicarci quale seduzione su di lui Renzi abbia esercitato fin dalla prima ora, egli faccia l’esaltazione dell’assenza di qualsiasi contenuto, non esprima che l’adesione alla sola formulazione di un format.
Un contenitore in cui “ad maiorem gloriam” dell’uomo solo al comando, possono rientrare tanto Briatore che i partigiani quanto il pensionamento del pregiudicato, sempre che sappiano “metterci la faccia”...
Rivelandoci, Sgarbossa, che come diceva il grande teologo Dietrich Bonhoeffer, dietro ad ogni rimettersi in tutto e per tutto a quello che ne sa un capo, più di noi, c’è la rinuncia alla propria autonomia di giudizio che caratterizza la natura spaventevole e sconfortante di ogni stupidità di massa, quale che sia il quoziente intellettivo dei singoli adepti.