Credo che la gran questione se il fonte battesimale
s’ha o non s’ha da fare nella Concattedrale di Mantova, sia riducibile al quanto
mai semplice interrogativo: “E se s’ha da fare, ma perché mai proprio in
Sant’Andrea?” Il che induce a chiedere in sovrappiù: “Forse, che il battesimo è
più battesimale se officiato in un luogo di culto ch’è artistico ed antico?
Forse che vi è più sacramentale, forse che fa più passare dalla morte alla vita
spirituale, se ad impartirvelo è l’Eccellenza consona di un Vescovo? Di sicuro
vi è che alla bella faccia del codice canonico del 1983, se in un Sant’Andrea il battesimo è
somministrato in tutta la sua solennità preconciliare da un’ Eccellenza Reverendissima ad un catecumeno adulto, che so,
alla superba altezza di un altro Magdi Cristiano Allam, nella maestà austera di una così augusta e
fotogenica basilica, un così gran bel battesimo che sia esibito nel suo transetto, e prima e poi protratto
lungo l’intera navata, può lusingare le
aspettative che nel nostro bel Sant’Andrea
si possa in tal modo celebrare in pompa
magna, e per la sola vana gloria mondana,
magnificandolo da un nuovissimo ambone marmoreo intrusivo, uno di quei
trionfi cui la Bella Immortal
da un po’ di tempo non è poi che sia così
tanto avvezza, o che se ne bei, all’insegna di un “va mo là, laici islamofili”,
che suona oggi alquanto controcorrente
rispetto agli stessi santissimi detti, dello stesso Papa Francesco, che “ Dio
non è cattolico”, un asserto liberatorio finalmente espresso da
un Santo Padre, che fa il paio con quanto ebbe già a dire il
Mahatma Gandhi, quanto al fatto che di sicuro “ Dio non ha religione”. Prego,
si abbia dunque un briciolo di fede nella reviviscenza del sacro e del bello
anche in quanto è un tempio moderno e vi
è un rito non necessariamente officiato da Vescovi, e si lasci Sant’Andrea ai fin troppi
martoriamenti che la devozione ha già fatto subire nel tempo al gran monumento
albertiano
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