Signor Direttore
“È opportuno ricordare che in questa città non esiste solo il centro storico, tutte le istituzioni negli ultimi anni hanno dimenticato la situazione indecorosa in cui versa l’area antistante alla chiesa di Santa Paola». Come non dare ragione a tali parole di Pier Luigi Baschieri , di Forza Italia, nella sua denuncia alla Voce di Mantova di tale stato di degrado, solo che non è possibile nei termini in cui l’ha formulata. Le parole pesano ed in esse egli si mostra suo malgrado psicologicamente suddito del Pd Ztl nostrano, e della sua sciagurata idea-guida, promozionale di un nefasto turismo intensivo , che il centro storico si risolva nella zona ch’è a traffico limitato, anziché estendersi quanto la terza cerchia di mura e l’area almeno di palazzo Te. Con tutte le gravi conseguenze del caso, per cui ad eccezione di Palazzo Te, e di Mantova hub, ripristino o riqualificazione di palazzi, edifici e antiche piazze che siano fuori della zona Ztl cadono fuori delle grazie di questa giunta, nel suo piano velleitario di trasformare Mantova nel mostrificio fracassone di concerti ed eventi spettacolo di un outlet turistico. Così è stato lasciato cadere nel dimenticatoio il progetto del Mam e di un multipurpose center nella Caserma di San Sebastiano, si è lasciato al suo destino Palazzo Cavriani, quanto agli Istituti Gonzaga o ai Magazzini del Sale neanche a volerne sentire parlare, concentrando ogni intervento nella fatidica zona ZTL . Ed ora sì , ma certamente, allo sgombero di carapaci di auto di piazza Alberti , ma quanto a Piazza d’Arco e Piazza San Giovanni, figuriamoci, visto l’ incasso che assicura almeno la prima con i parcheggi raso… Piazza dei Mille e Piazza San Leonardo, non pervenute. Fosse almeno un guadagno a tutti gli effetti, per la Ztl, il risvolto di tante generose attenzioni… Ne sono sortiti lo svilimento di certi suoi monumenti a mere attrattive, lo sfiguramento di un magnifico museo archeologico del territorio in un Museo della città che è la fake news della romanizzazione delle sue origini plurime, la presunta valorizzazione di Palazzo Ducale e di Piazza Sordello, nonché del Palazzo della Ragione, quali contenitori indifferenziati di ogni sorta di evento, prima ancora che come depositari del loro patrimonio storico e artistico , del quale ai visitatori paganti ancora non è assicurata l’ accessibilità integrale , la rimozione di banchi e bancarelle solo per far luogo al plateatico onninvadente di ogni sorta di sgabuzzino convertito in presunto bar o luogo di ristoro. Tutto ciò a discapito di ciò che è un vero caffè o un vero ristorante , dell’agibilità pedonale e del diritto all’ ombra e al riposo e al sedersi gratuito di chi sia visitatore o concittadino, per un decoro urbano e non umano che è solo un artificio turistico; per non tacere infine di che balzello vi può significare la raccolta differenziata, quale gravame per chi risiede nella Ztl e nelle aree elevate al suo rango turistico: l indecenza di dovere aggirarvisi con le proprie immondizie domestiche anche per due piazze e per due vie, prima di poter arrivare a conferirle nei cassonetti-dust bin, alle ore buie del mattino e della sera, come accade in India per le persone senza gabinetti che devono recarsi ad escrementare con il vaso dell’acqua fuori degli abitati che siano frequentati. E ad assicurarne la pseudo contemplatività di una città fantasma più che del silenzio, sempre meno abitanti reali e più Bed and breakfast e Airbnb. Siamo così pervenuti ad una stortura così radicata e radicale, che solo una grande Mantova che recuperi alla città le sue origini nel Forcello e i luoghi natali di Virgilio, fortificazioni e fortini e le ville sue tutte fuori città, che in se stessa, allargata, pratichi più agriturismo e meno incistidamenti domestici di improbabili home stay, che sia Distretto della conoscenza produttivo anziché Outlet padano, , con le sue viabilità e aree di raccordo e di sosta più integrate in un sistema intermodale, può essere almeno in grado di contrastarlo.
Odorico Bergamaschi
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