L’esimio Sindaco Palazzi, anziché prendersela con non meglio precisati leoni di tastiera che ruggiscono contro il termovalorizzatore ProGest, una specie che davvero è a lui aliena e che è del tutto estranea al suo bestiario di corte, o con le opposizioni tutte per la nullità presunta della loro idea di città , meglio farebbe a prendere davvero sul serio la propria di idee di città, e a non contravvenire scelleratamente alle cose buone che pur fa, o che per lo meno si ripromette di fare, Mi riferisco, nel bene, all’insediamento in Mantova del nuovo corso di laurea in ingegneria informatica, robotica e intelligenza artificiale, ed alla creazione, in Mantova Hub, di spazi di ricerca diretti da Stefano Mancuso, massimo esperto di Neurobiologia vegetale, finalizzati a progetti di green economy, per fare in tale ambito di Mantova un Distretto della conoscenza di livello internazionale. A prendere infatti davvero sul serio tale ammirevole disegno, l’idrocoltura delle sue serre galleggianti o l’esplorazione del suolo con robot plantoidi a cui la ricerca di S. Mancuso prelude, vorrei ben vedere se la finalità dell’attività amministrativa sarebbe l’attuale di non sforare l’inquinamento massimo consentito, o peggio ancora di propiziare un innalzamento lieve della mortalità ambientale, laddove dovrebbe inflessibilmente prefiggersi di ridurre al minimo possibile l’inquinamento del territorio , mediante una rigenerazione effettiva dei suoi ecosistemi, pur se non si può invocare alcuna sovranità ambientale, per fare così di Mantova una città ideale per la sua salubrità territoriale, quanto lo è per la sua arte, il suo gusto e la sua cultura, .che non so, a dire il vero, quanto si sposino con il lasciare Piazza Sordello ad un Calcutta che vi canti che “ tutte le strade portano alle tue mutande”. Certo, si tratta di scommettere che le tecnologie delle ultime rivoluzioni industriali consentano una nuova alleanza tra lavoro e ambiente, anziché riproporre, con i vecchi modelli di sviluppo, l’ insanabilità di tale conflitto cui piegare il capo. Ora si dà invece il guasto ulteriore, complice Ars Val Padana, che anziché così operare coerentemente e conseguentemente, insieme con i suoi fidi il nostro primo cittadino sposti maldestramente il contrasto su di un altro fronte, devastante, compromettendo più ancora la nostra salubrità ambientale: che è mai, dicono coloro, quanto inquina in più un termovalorizzatore, rispetto al traffico automobilistico ed al riscaldamento in città, come se fosse per far posto ad un inceneritore in più che la circolazione veicolare andrebbe modificata e ridimensionata nelle vetture consentite o che si dovrebbero spegnere le stufe residue, in una sorta di compensazione che per altro trascende i poteri dell’amministrazione comunale, o, peggio ancora, quasi che si abbia da accettare una sorta di ricatto già in chiave elettorale, tra quanto l’amministrazione lascia che inquini la cittadinanza, e quanto si lascia che inquini il signor Zago, a tutto, per sua Altezza Serenissima, ponendo semplicisticamente rimedio sempre più piante, come basterebbero sempre più visori elettronici per stare sicuri. Sull’altro versante, però, così stando le cose, chi avversa il termovalorizzatore ProGest non può replicare solo sdegnandosi che per dare modo agli Zago di impiantare il loro inceneritore inquinante, si inviti il comune cittadino a circolare in bicicletta o a restare al freddo. Occorre infatti che a iniziare dalla limitazione dell’accesso automobilistico in città a chi vi vive e vi lavora, si accettino in replica le necessarie mutazioni degli stili di vita, architettonici ed urbanistici, nella viabilità e nei trasporti, che esigono un risanamento ed una rigenerazione di città e territorio, se è vero, quanto è vero, che traffico e riscaldamento sono talmente patogeni. Puntare il dito solo contro Zago sa di stonato.
Odorico Bergamaschi
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